Johnny e la padrona di ritorno da un lungo ricovero

Non era in gran forma e da qualche giorno si sentiva un poco fiacca, come se ogni tanto le forze nelle braccia volessero svanire.

Qualche anno prima i problemi di salute erano aumentati e la frequenza con cui il medico veniva convocato, pure. A questo si aggiungevano inevitabilmente esami da eseguire per nuove valutazioni. Una pillola a un certo punto arrivava come la soluzione. Ma le pillole divennero sempre di più.

Il marito non sapeva dire quando aveva cominciato a stare male, ma  tornando nel soggiorno la vide riversa per terra. Sembrava incapace di rialzarsi e soprattutto incapace di parlare, di fare qualunque cosa.

L’ambulanza la portò via, e non tornò a casa quella sera, e nemmeno il giorno dopo.

Rimase in ospedale per sei lunghi mesi. Di trasferimento in trasferimento  ricevette le cure necessarie per superare lo stato di emergenza, e poi finalmente  fu portata in una clinica specializzata nella riabilitazione.

Johnny, un cagnolino di razza Shih Tzu color crema, dolce come uno zuccherino, aveva uno sguardo che chiedeva dolcezze e puffetti in cambio di tenerezza senza limite.

Nessuno poteva resistere di fronte al sorriso stampato sul musett del piccolo Johnny, un cane dall’aspetto di cucciolo, nonostante l’età adulta.

E quando la sua padrona fu portata via, quel brutto giorno da ricordare, abbaiò per tutto il giorno, e ancora il giorno dopo.

Ma con i giorni, e poi i mesi , il piccolo cagnolino cominciò a farsene una ragione.

Eppure  Angela fece ritorno, entrò nella sua casa, “finalmente” aveva pensato “a casa mia”. Il cane si spostò, da bravo cagnolino, per lasciarle spazio per permetterle di  passare, e così  ognuno riprese il suo posto.

Il cane andò alla sua cuccia con passo lento e si accomodò nel grande cuscino della cuccia di vimini.

Nel frattempo il campanello suonò, era proprio la persona convocata per la selezione di una badante. Angela si mostrò interessata, nonostante la sua condizione,  e  partecipava, scambiava sguardi significativi con la candidata. E mentre la figlia le stavano raccontando che cosa fosse successo ad Angela  qualche mese prima, e come fosse arrivata a questo stato di salute, il cane cominciò a fare un verso strano.

Come se vedesse la sua padrona per la prima volta dopo tanto tempo, o meglio, come se si fosse risvegliato dal torpore, Johnny sembrò improvvisamente  animato da una forza prorompente. Mentre era di fronte ad Angela, a mezzo metro da lei, e la guardava dal basso, col  musetto rivolto verso il suo volto prese a “invocarla” con una specie di latrato, e poi emise quel lungo verso, un lungo altissimo ululato che parlava ad Angela come se usasse le parole del cuore .

In quel verso si poteva comprendere con chiarezza tutta la sua incontenibile gioia di ritrovarla.

I foschi pensieri abbandonarono la sua mente e la gioia lo invase. Tutto si poteva tradurre, e l’intonazione del suo verso era inequivocabile su questo punto: “quanto mi sei mancata non puoi immaginarlo, io, disperato, credevo che fossi morta e che non saresti mai più tornata, e invece…”.a questo punto Angela  fu visibilmente emozionata, infatti la sua pelle divenne rossa in tutto il corpo.

Temendo per la sua salute della madre,  la figlia, che era stata sempre presente a questi fatti poc’anzi qui narrati, interruppe questo bellissimo ed emozionante concerto, perché sentì che era suo dovere fare qualcosa subito.  Le emozioni potevano prendere il sopravvento. Ma bisognava mantenere la calma.

Il sentimento che il cane aveva  comunicato chiaramente,  i  timori e le paure ancora vive e il sollievo del ritorno così prorompente erano incredibilmente evidenti.

I nostri amici sanno stupirci ogni giorno, sanno superare sempre le nostre aspettative.

I cani sono esseri meravigliosi dal cuore grande, grande, grande.

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