La parola al cane

Tutte le persone che hanno avuto la fortuna di ospitare un cane nella propria famiglia o nella propria quotidianità, sanno molto bene che il cane dimostra ogni giorno una eccellente comprensione delle parole pronunciate .

Foto di Michel van der da Pixabay

Alcuni esperti parlano di semplici associazioni con i ricordi, e non di una vera e propria capacità di linguaggio complesso, come quella dell’uomo.

Mi piacerebbe che si cominciasse a parlare piuttosto di una incapacità anatomica a parlare, e basta.

Le persone autorevoli nella materia dicono che il cane non conosce il concetto di lingua parlata, e che associa semplicemente le parole, che pronunciamo, a delle esperienze. Secondo questa teoria ogni volta che il cane sente una tale parola nella sua mente, si accende un concetto legato al ricordo. Ma è veramente così? Oppure, si tratta della stessa identica cosa che  succede nel linguaggio umano?

Da Wikipedia sotto la voce Linguaggio:

“La facoltà di rappresentare mentalmente un significato è presente in molte specie di animali, tra le quali l’essere umano.

La capacità di elaborare e produrre un linguaggio verbale nell’uomo, si è sviluppata a seguito di mutamenti strutturali della cavità orale. In particolare l’arretramento dell’ugola ha reso l’essere umano capace di esprimere una gamma sonora variegata e di controllare l’articolazione dei suoni.”

A sostegno della naturale capacità degli animali in genere,  interviene la storia con S. Francesco di Assisi, in tempi medioevali.  Il Santo decise di avvicinarsi al lupo per parlargli. Gli parlò come si parla ad una persona, chiamandolo

“fratello lupo”,

implorandolo di non fare più male alle persone e agli altri animali. Per approfondire:

http://lupi.difossombrone.it/articolilupo/main015_sanfrancesco_lupodigubbio.htm

Il lupo rispose alle richieste di Francesco con segni del capo e appoggiando la zampa sulla mano dell’uomo. Da quel momento i cittadini di Gubbio, vittime di razzie di animali e di morti uccisi dal lupo, si impegnarono a sfamare il lupo finché ebbe vita.

E poi come non ricordare Roberto Benigni nel suo film “La tigre e la neve”, un film stupendo, in cui quando per caso entra un uccellino dalla finestra, Attilio De Giovanni (il nostro Roberto) gli parla dandogli indicazioni, verbali, su come ritornare indietro e riprendere il volo.

La convinzione generale si basa su un concetto che non serve dimostrare scientificamente: gli manca solo la parola.

Leggi anche https://www.today.it/speciale/animali-domestici/quante-parole-capiscono-cani.html

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Foto di Ina Hoekstra da Pixabay